Chs
La Genesi
Come sono volati questi ultimi anni...
A volte con nostalgia rivivo ancora le serate al Garden, i venerdì al
NessunDorma e le feste a S. Bernardino.
La mitica settimana bianca, le partite di calcetto e le cene in pizzeria.
Che risate poi quando l'allegra ciurma di Canale si ritrovava al Lemmon per dare inizio ad una ennesima serata fra di noi.
Ed è proprio al Lemmon una sera nell'inverno del 1997 che nasce
l'Associazione Chs Canale.
L'estate 1996 a Canale ha segnato la chiusura del mitico Bar Gimmi gestito con simpatia e familiarità da Giorgio C. e family.
Da Gimmi hanno transitato tutte le generazioni di Canale e la simpatia di Giorgio e le risate di sua moglie Maria Luisa squarciavano spesso i silenzi della valle.
Le cose però cambiano in fretta e appunto nel 1996 il bar chiude.
Che fare?
Come possiamo pensare di andare a Canale senza un luogo di ritrovo, senza un rifugio?
La vita ci insegna che nei momenti di difficoltà o disagio si fa ancora più gruppo con le persone con le quali si sta bene.
Convocazione quindi al Lemmon: "…ragazzi ora tocca a noi!"
Dobbiamo fare qualche cosa, per il paese che tanto amiamo, per continuare a trascorrere estati spensierate e magari vincere quel scetticismo che le nuove situazioni possono portare in un piccolo paese dell’entroterra ligure.
Renzo B., Luca T. , Enrico B., Luca R,Gianluca C., Stefano D, Marco C., Andrea e Massimo B e Andrea L … decidono di fondare l’Associazione Sportiva Ricreativa Chs Canale.
Rimbombano ancora dentro me gli echi di quella serata.
"Siamo in dieci ragazzi….. ci autotassiamo di 100 mila e con i soldi compriamo un pò di materiale per costruire un piccolo rifugio al campo."
"Dai magari regolarizzando l’associazione il comune ci da qualche cosa"
"Magari.. e poi ci facciamo due risate a tagliare 4 alberelli ed a costruire un staccionata, che so mettere 2 faretti e piantare 2 fiori"
"Si dai si organizza un torneo di pallavolo!!!"
"Ma che dici… facciamo la pista da ballo"
"Houuuuu ragazzi un rave nel bosco..birra a fiumi"
"Bisogna pensare a tutto il paese organizziamo anche la festa dell SS. Madonna" (giuro è stata detta)
"…sei il solito, smettila di dire belinate!!!"
Comunque le idee uscivano come impazzite e fra proposte più o meno fattibili siamo partiti.
Con onestà devo dire che inizialmente io ero il più perplesso ma presto sono stato contagiato dall’entusiasmo degli altri.
Stimolati a vicenda ognuno di noi ha dato il suo piccolo contributo per la realizzazione del "Mirtillo" (termine coniato dalla fantasiosa Lorella).
Abbiamo stilato uno statuto, eletto un presidente, i consiglieri e registrato il tutto con tanto di bolli e atti notori.
E’ fatta!
L’estate del 1997 per noi è allora iniziata un pò prima delle altre.
Si doveva andare al campo per iniziare a lavorare.
Dovevamo mettere in pratica legno dopo legno, chiodo dopo chiodo le bizzarre idee.
Chi si occupa del campo, chi di costruire il chiosco.
C’è chi sparge la ghiaia, chi realizza l’impianto elettrico….
Insomma ci diamo un gran da fare.
E dopo le prime "diffidenze" da parte del paese il buon senso ha prevalso e la nostra volontà di costruire qualche cosa per tutti è stata valorizzata.
Oltre a noi tutti ed ai nostri cari (che da subito ci hanno aiutato) piano piano tutti si sono adoperati per darci una mano costruendo le basi di quello che è oggi uno dei posti più magici di Canale.
Ricordo benissimo la sera dell’inaugurazione, la strada che porta al
"Giazzone" un pò illuminata, il rumore del gruppo elettrogeno che andavamo a rimboccare per evitare che tutto si spegnesse.
Il torneo di pallavolo, la gara di bocce, i giochi per i bambini il torneo di pallone.
Si le luci sono rimaste sempre accese quella sera e lo sono ancora oggi.
Dal 1997 però sono cambiate molte cose.
Innanzi tutto l’associazione esiste ed è sempre più attiva grazie alla "giovane" compagnia dei "meno giovani".
Si, noi abbiamo dato il via ma è solo grazie a loro che tutto sta andando avanti, grazie alla loro
voglia di stare assieme ed a quell’entusiasmo che anni fa era nostro.
Speriamo duri l’entusiasmo e quando ci sarà qualche piccolo inevitabile cedimento siano i più giovani ad essere contagiati e poi nuovamente noi, così per ancora tanti anni.
Cerchiamo tutti insieme di non fare mai spegnere quelle luci.
Andrea Lo Nigro
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